Con equilibrio e buongusto, le cucine verdi parlano di sostenibilità e serenità

L’evoluzione dei colori delle cucine

Nella tradizione e nella storia, le cucine sono state quasi sempre del color del legno, materiale principe (usatissimo ancora ad esempio nelle cucine di campagna, che sono accoglienti e rustiche, con uno studiato effetto grezzo) oppure, per donare una sensazione di serenità e di pulizia, bianche. Negli ultimi decenni si è iniziato invece a scegliere anche tinte diverse, con la diffusione, in contesti moderni, di tendenze monocolori accese e brillanti, oppure bicolori, bilanciando caratteristiche diverse. Col tempo si è capito che il colore ha un preciso significato e sa trasmettere un messaggio relativo all’ambiente che si vuole creare. Le cucine verdi parlano di sostenibilità e di natura e piacciono sempre più.

Cucine verdi, una scelta versatile che piace in ogni stile

E se si pensa che il verde sia solamente un colore ritenuto acido e poco adattabile, si sbaglia di grosso! Si tratta invece di una tinta estremamente versatile, con gradazioni diverse, che può essere usata sia per interior design moderni che per altri più classici, assieme ad altri oppure da sola. Non a caso, viene inserito da grandi marche come Lacanche e La Cornue in ogni tipologia delle loro cucine di alto standing, da quella rustica a quella nordica. Se non si è convinti di optare per mobili o pareti verdi, si può combinare con altre tinte oppure scegliere solamente dei complementi, magari le sedie. Anche l’inserimento di piante porta un tocco di verde capace di donare un effetto completamente diverso all’insieme del locale.

Una cucina verde si inserisce nell’attenzione a natura e ambiente

In un periodo storico in cui l’attenzione alla natura e all’ambiente è preponderante, con la scelta di interior design sostenibili anche come tecnologie, le cucine verdi si inscrivono perfettamente nella tendenza e sono in grado di portare un profondo senso di serenità e di tranquillità, un po’ come quando dalla finestra si fissano le montagne che si stagliano contro il cielo. A livello tecnico, è un colore che illumina e rilassa contemporaneamente, dando vita a un insieme calmo e uniformemente luminoso.

Quali sfumature per le cucine verdi?

Si possono scegliere varie sfumature di verde. Per contesti classici, dove si ricerca un effetto delicato ed elegante, si può optare per un verde salvia, menta o oliva, chiaro e sfumato, una tinta decisamente color pastello. Vanno benissimo sia per le pareti che per il piano cucina e per mobili come armadi e complementi quali pensili. Chi invece vuole qualcosa di più deciso e dinamico può andare su un verde petrolio o comunque su una sfumatura squillante e intensa. Quella più brillante e evidente è senza dubbio lo smeraldo, una scelta che richiede molta personalità. Come sempre, ci sono le opzioni dell’opaco, con un effetto seta, o lucido: una differenza notevole! Una possibilità molto particolare è quella del verde acqua.

Il segreto delle cucine verdi ben riuscite: dal legno all’acciaio

Se l’idea non piace, non si deve per forza avere una cucina monocolore verde. Combinare il verde con altri colori richiede buon gusto. Lo si può benissimo alternare ad un bianco, che è una tinta capace di riequilibrare qualsiasi altra. Appare azzardata e pesante la scelta invece di cucine verdi e nere, da tentare se il verde è tendente al pastello. Altri colori che si possono associare sono quelli che richiamano la natura, come il giallo, o eventualmente un azzurro.

Il legno, che sia chiaro, dipinto di bianco, o più scuro, ben si fonde col verde, per una cucina in grado di richiamare totalmente il concetto di bosco e piante. Se si ha una tinta più scura e decisa, è affascinante abbinare degli elementi color rame per un effetto rustico o acciaio per uno moderno, magari addirittura in quel materiale, come maniglie, se si sono, e dettagli come pentole e complementi. Si ponga attenzione al fatto che dipingere le pareti di verdi decisi rischia di restringere lo spazio: lo si faccia solo se la cucina è di dimensioni importanti.

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